Tra paesaggi en plein air e fermenti rivoluzionari, oltre 80 opere svelano l’epoca d’oro dell’arte ottocentesca
Gubbio – dopo una pausa di sette anni – torna a essere fulcro di importanti eventi artistici e culturali questo autunno, dal 4 Novembre la città è palcoscenico della 27ma Biennale di Gubbio, alle Logge dei Tiratori è in esposizione la grande mostra “I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”. Questa esposizione, che rimarrà aperta fino a marzo 2024, mette in luce uno dei movimenti più significativi della scena culturale italiana dell’Ottocento con oltre 70 opere. Artisti del calibro di Signorini, Fattori, Abbati, Lega e Sernesi dialogheranno con i maestri della Scuola di Barbizon, come Corot, Daubigny, Troyon e Rousseau.
Il Sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, sottolinea l’entusiasmo della città nel patrocinare un evento di tale portata, che rinvigorisce l’apertura culturale della città. Gli Eugubini e i visitatori avranno l’opportunità di immergersi in un’epoca storica e culturale estremamente ricca, esplorando il significato storico-artistico della pittura macchiaiola. La mostra non solo attira appassionati d’arte e curiosi, ma rafforza anche il legame di Gubbio con il suo passato, presente e futuro, in un contesto storico-architettonico unico.
La mostra sui Macchiaioli, curata da Simona Bartolena, è una celebrazione della seconda metà dell’Ottocento, un periodo determinante per la storia dell’umanità. Attraverso opere di piccole dimensioni, spesso su supporti improvvisati, i Macchiaioli hanno sfidato i canoni tradizionali, anticipando gli impressionisti francesi e lasciando un’eredità che continua a influenzare l’arte contemporanea. Suddivisa in cinque sezioni, la mostra ripercorre l’evoluzione del movimento dai suoi inizi con la tecnica macchiaiola, passando per il protagonismo del paesaggio e delle scene di genere, fino a esplorare l’eredità lasciata alle nuove generazioni. Gli artisti in mostra includono figure chiave del movimento macchiaiolo come Giuseppe Abbati, Vincenzo Cabianca, Giovanni Fattori, Raffaello Sernesi, Silvestro Lega e Telemaco Signorini, insieme a opere di maestri francesi della Scuola di Barbizon, come Théodore Rousseau, Constant Troyon, Jean-Baptiste-Camille Corot e Charles-François Daubigny. L’esposizione offre un confronto diretto tra le esperienze artistiche italiane e francesi, esplorando l’importanza della pittura en plein air e il ruolo del paesaggio e della pittura di genere nella rivoluzione macchiaiola. La mostra evidenzia anche la relazione tra la pittura di macchia e la fotografia, oltre a riflettere sui luoghi rappresentati nelle opere, dalle campagne fiorentine alle coste di Castiglioncello e altre località tra Toscana e Liguria. Gli artisti macchiaioli, con le loro ricerche pittoriche d’avanguardia, hanno anticipato gli impressionisti francesi, dimostrando di essere parte di una tendenza europea verso un realismo più autentico e una lettura più diretta del paesaggio.
La Fondazione Perugia, come sottolineato dalla presidente Cristina Colaiacovo, è orgogliosa di sostenere un’iniziativa così rilevante. La mostra è stata resa possibile grazie al bando “Diamo spazio alla cultura”, che mira a fornire agli enti e alle associazioni luoghi adeguati per i loro progetti culturali. Le Logge dei Tiratori, sede dell’esposizione, sono considerate dalla Fondazione un patrimonio collettivo, un bene comune utile a promuovere il territorio, aumentare la conoscenza e migliorare il benessere della comunità
Realizzata da Navigare Srl in co-produzione con Diffusione Cultura e con il sostegno di numerose istituzioni, tra cui il Comune di Gubbio, la Fondazione Perugia, Land, ViDi cultural e ONO arte contemporanea, la mostra è un esempio di come la collaborazione possa arricchire la cultura e l’arte. I partner dell’evento, tra cui l’Istituto Italiano Design, l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”, la Fondazione Università delle Arti e Mestieri e Trenitalia, confermano l’importanza di questa iniziativa nel panorama artistico e culturale italiano.