Si è svolta il 16 Maggio a Roma, presso lo storico Palazzo Valentini, la cerimonia della 46esima edizione del ‘Premio Nazionale di Giornalismo Carlo Casalegno 2024’
Il ‘Premio Nazionale di Giornalismo Carlo Casalegno’ è stato istituito nel 1980 dal Rotary Club Roma Nord Ovest, anno della sua fondazione, per ricordare la figura di Carlo Casalegno, vicedirettore del quotidiano ‘La Stampa’ di Torino, ucciso nel 1977 dai terroristi per la sua fede nella democrazia. Da 46 anni, il premio celebra i giornalisti italiani che hanno ottenuto risultati di eccezionale rilevanza e hanno contribuito al miglioramento della cultura nazionale. L’evento di quest’anno, svoltosi a Palazzo Valentini – sede della Provincia di Roma dal 1873, adesso sede della Prefettura, nelle immediate vicinanze di Piazza Venezia – ha ribadito l’importanza del giornalismo d’inchiesta e della ricerca della verità, valori fondamentali che il Premio Casalegno continua a promuovere e sostenere.
A organizzare il premio Gabriella Guasticchi, presidente dell’anno Rotariano 2023-2024 e Patrizio Amore, presidente del Centro Riabilitativo Equestre. Presente anche Maria Carla Ciccioriccio, governatore del distretto, Guido D’Ubaldo, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, e l’assessore alla Cultura della Regione Lazio, Simona Baldassarre. A essere insignita del premio per questa edizione 2024 Milena Gabanelli, nota per il suo impegno e la sua dedizione nel giornalismo d’inchiesta:- “Io credo di fare quello che mi piace ed ho anche la fortuna di essere pagata per questo e nulla di più. In questa occasione mi è venuta un po’ di malinconia, perché stiamo parlando di un mondo al passato, sono cambiate le condizioni e non è più il giornalismo che abbiamo visto. A meno che gli editori non si mettano insieme per trovare una strada diversa”.
Le parole della conduttrice di DataRoom, in onda su La7, riflettono una realtà amara per il giornalismo contemporaneo. Un tempo pilastro della democrazia e strumento essenziale per la ricerca della verità, il giornalismo oggi è in crisi: la riduzione delle risorse finanziarie a disposizione degli editori ha portato a una diminuzione della qualità e dell’indipendenza delle inchieste giornalistiche. Questo ha comportato una trasformazione profonda del settore, dove la velocità e la quantità di notizie hanno spesso preso il sopravvento sulla qualità e l’accuratezza. Il risultato è un giornalismo che, in molti casi, fatica a svolgere il suo ruolo di cane da guardia della società, lasciando spazio a notizie superficiali e meno investigative. Inoltre la mancanza di investimenti ha portato a una precarizzazione del lavoro giornalistico, con professionisti costretti a lavorare con contratti temporanei e salari inadeguati.
In questa edizione è stato anche conferito per la prima volata il ‘Premio Casalegno giovani’, vinto da Giulia Torlone, giovane giornalista di Repubblica e La7.
Il premio alla carriera è stato conferito a Francobaldo Chiocci, mentre i premi alla memoria sono stati assegnati a due figure iconiche del giornalismo italiano: Oriana Fallaci e Andrea Purgatori. Presenti i figli del giornalista morto il 19 luglio 2023 e l’attrice Monica Guerritore che nell’occasione ha letto il finale del film “Il muro di gomma” che Purgatori scrisse insieme a Marco Risi:- “Ci sono voluti dieci anni, dieci anni di bugie, dieci anni di perché senza risposta. Perché chi sapeva è stato zitto? Perché chi poteva scoprire non si è mosso? Perché questa verità era così inconfessabile da richiedere il silenzio, l’omertà, l’occultamento delle prove? C’era la guerra quella notte del 27 giugno 1980: c’erano 69 adulti e 12 bambini che tornavano a casa, che andavano in vacanza, che leggevano il giornale, o giocavano con una bambola. Quelli che sapevano hanno deciso che i cittadini, la gente, noi non dovevamo sapere: hanno manomesso le registrazioni, cancellato i tracciati radar, bruciato i registri, hanno inventato esercitazioni che non sono mai avvenute, intimidito i giudici, colpevolizzato i periti. E poi, hanno fatto la cosa più grave di tutte: hanno costretto i deboli a partecipare alla menzogna, trasformando l’onestà in viltà, la difesa disperata del piccolo privilegio del posto di lavoro in mediocrità, in bassezza. Ora, finalmente, mentre fuori da questo palazzo, dove lo Stato interroga lo Stato, piove, a molti sembra di vedere un po’ di sole. Aspetta. Queste ultime tre righe non mi piacciono. Aggiungi soltanto… Perché?”