
2000 agricoltori in protesta a Civitavecchia contro l’arrivo di 65 milioni di litri di olio straniero. A rischio la qualità e la reputazione del Made in Italy.
L’arrivo di 65 milioni di litri di olio extra Ue nel 2024 alimenta il rischio di frodi e inganni ai danni dei consumatori, facendo crollare i prezzi del vero extravergine italiano. A denunciarlo è la Coldiretti, che ha organizzato un blitz di duemila agricoltori, provenienti anche dall’Umbria, per presidiare il porto di Civitavecchia in occasione dell’arrivo di una nave carica di prodotto estero. Una decina di barche con bandiere gialle sono salpate dallo scalo romano per intercettare i natanti, mentre gli olivicoltori, guidati dal Vicepresidente nazionale della Coldiretti Davide Granieri, si sono radunati sulla banchina con cartelli e slogan per chiedere misure immediate.
Un grido di allarme contro la concorrenza sleale
La protesta nasce dalla preoccupazione per la concorrenza sleale, considerata l’alta qualità del prodotto Made in Italy e il fatto che l’olio straniero viene spesso venduto come tricolore, sfruttando il prezzo più basso. L’olio tunisino, ad esempio, viene venduto oggi sotto i 5 euro al litro, esercitando una pressione al ribasso sulle quotazioni di quello italiano. Questo rischia di costringere gli olivicoltori nazionali a svendere il proprio prodotto al di sotto dei costi di produzione. A favorire le importazioni dalla Tunisia è anche l’accordo stipulato dalla Ue, che prevede l’importazione annuale, nel periodo 1° gennaio – 31 dicembre, di 56.700 tonnellate di oli vergini d’oliva, senza applicazione di dazi doganali.
Il rischio per la qualità e la sicurezza alimentare
“Il rischio è che l’immissione di olio extravergine d’oliva a basso costo, spesso di dubbia provenienza e qualità, possa danneggiare gravemente il nostro patrimonio agroalimentare di eccellenza”, spiega Davide Granieri, Vicepresidente nazionale Coldiretti e presidente Unaprol. “Le preoccupazioni sono fondate, soprattutto quando si pensa alla qualità e alla sicurezza alimentare. Non possiamo permettere che la concorrenza sleale danneggi il mercato dell’olio d’oliva e le nostre produzioni di alta qualità”.
Critiche al Regolamento UE 2020/761
Granieri solleva un punto critico relativo al Regolamento UE 2020/761, che disciplina l’importazione preferenziale di olio d’oliva dalla Tunisia. “È fondamentale garantire che l’olio importato rispetti gli stessi elevati standard di qualità e sicurezza che caratterizzano l’olio extravergine d’oliva europeo”, sottolinea. “L’assenza di un controllo rigoroso sulla qualità e sulla provenienza dell’olio importato potrebbe compromettere la fiducia dei consumatori e mettere a rischio la reputazione dell’olio italiano, considerato uno dei migliori al mondo”.
La richiesta di un Registro Telematico Unico europeo
In risposta a questa situazione, Coldiretti e Unaprol chiedono la creazione di un Registro Telematico Unico europeo, simile al sistema italiano Sian. “Questo strumento garantirebbe maggiore trasparenza e tracciabilità, permettendo di tutelare i consumatori e valorizzare il prodotto autentico”, spiega Granieri.
La voce degli agricoltori umbri
“Oggi con i nostri agricoltori e olivicoltori, tanti i giovani, siamo giunti dall’Umbria per denunciare l’invasione di prodotti che non hanno la stessa qualità dei nostri e che non rispettano le stesse regole”, sottolinea Mario Rossi, Direttore regionale Coldiretti. “Non possiamo permettere di svalutare il nostro olio, un prodotto simbolo della nostra regione, fondamentale non solo per l’economia umbra ma anche a livello ambientale e di presidio e tutela del territorio”.
Speculazioni e rischi per i consumatori
“L’obiettivo di chi acquista olio straniero è realizzare margini sempre più alti di profitto tramite speculazioni che mettono all’angolo i produttori nazionali e inondano i mercati di prodotto di bassa qualità”, commenta Giulio Mannelli, Presidente Aprol Umbria, anch’egli presente a Civitavecchia. “Un fenomeno che spinge ulteriormente il pericolo di frodi ai danni dei consumatori, contro i quali si sono peraltro intensificati i controlli delle forze dell’ordine, del Masaf e dell’Icqrf”.
In conclusione, la protesta di Coldiretti rappresenta un grido di allarme per proteggere l’eccellenza dell’olio extravergine italiano, minacciata da importazioni di bassa qualità e pratiche commerciali sleali. La richiesta è chiara: maggiore trasparenza, controlli rigorosi e misure immediate per difendere il Made in Italy.
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