
Il BAC e la sfida culturale per la rinascita del borgo
Ci sono luoghi che sembrano sospesi nel tempo, in bilico tra la grandezza del passato e la voglia di un futuro ancora tutto da scrivere. Collescipoli è uno di questi. Un piccolo gioiello medievale, incastonato tra le dolci colline della Conca Ternana, che per secoli ha giocato un ruolo strategico grazie alla sua posizione sulle antiche vie consolari Flaminia e Salaria.
Nel cuore del borgo, le mura imponenti racchiudono storie di un’epoca in cui Collescipoli brillava di un’intensa vitalità, specialmente dopo la metà del Cinquecento, quando entrò a far parte dello Stato Pontificio. Fu allora che importanti famiglie romane giunsero qui, lasciando testimonianza del loro passaggio nelle dimore storiche presenti nel borgo, che ancora oggi si stagliano tra i vicoli acciottolati.
Il borgo ha visto nel tempo il suo declino: con ’abolizione della municipalità nel 1927 e la progressiva diminuzione della popolazione pian piano si è trasformato in un luogo silenzioso, quasi dimenticato. Eppure, il desiderio di riscatto non si è mai spento, e oggi la cultura e l’arte stanno scrivendo un nuovo capitolo della sua storia.
Un Successo per Le Forme dell’Amore
L’evento di presentazione del BAC – Borgo Arti Collescipoli e della rassegna Le Forme dell’Amore, che si è tenuto nel chiostro di Santa Cecilia lo scorso 21 febbraio è stato il manifesto di un borgo che non si arrende, che ha confermato che l’arte e la cultura possono essere motori di rinascita. Tre giorni di eventi in collaborazione con le associazioni Thyrus, Ancescao e il Centro socio-culturale del borgo, che hanno visto la partecipazione di circa 600 persone, anche provenienti da fuori regione. Marco Diamanti, presidente dell’associazione Thyrus, capofila del progetto, ha sottolineato: “Fare rete e coinvolgere tutte le associazioni per vincere questo bando è stato il nostro punto di forza. Desideriamo far diventare Collescipoli la Montmartre di Terni. Crediamo che questo borgo sia speciale e investire in cultura e bellezza è l’unico modo per salvarci.”
Le strade di Collescipoli si sono riempite di musica e spettacolo: concerti di arpa celtica, musica folk irlandese, jazz e swing, performance teatrali, duelli medievali, body painting e reading letterari hanno animato il chiostro di Santa Cecilia, restituito al suo splendore dopo anni di incuria. Non sono mancati momenti dedicati all’enogastronomia, con le tipicità locali protagoniste delle degustazioni.
Andrea Giuli, coordinatore delle attività culturali del BAC, ha commentato con soddisfazione: “È stato obiettivamente un successo, considerando che abbiamo organizzato tutto in poco più di un mese e con risorse economiche limitate. Abbiamo lavorato duro e con passione, e il risultato è stato entusiasmante. Questo è solo l’inizio. Abbiamo un programma ambizioso e vogliamo trasformare Collescipoli in un centro culturale vivo, una Montmarte umbra, un luogo che attiri artisti e visitatori, dove l’arte e la bellezza siano le vere protagoniste.”
Ma la storia di Collescipoli non è solo un tuffo nel passato: è una sfida per il futuro. Il BAC – Borgo Arti Collescipoli non si ferma all’evento appena concluso. L’obiettivo è chiaro: riqualificare il chiostro di Santa Cecilia e farlo diventare il fulcro di un centro culturale permanente.
Grazie alla collaborazione tra associazioni e partner del territorio, come Araba Fenice, Herman’s Festival, Astrolabio, Centro Studi Stirici, Il Punto, Argo, Terni Città Futura, Gli amici di Pietro, Medieval Fencing, Societas Sancti Nicolai e Aibes, il borgo sta gettando le basi per una rinascita concreta.
Una passeggiata tra storia e memoria con Stefano Vitaloni
Dopo la tre giorni di eventi, abbiamo avuto l’opportunità di scoprire Collescipoli attraverso gli occhi di Stefano Vitaloni – presidente dell’associazione Ancescao – potremmo definirlo custode della memoria di Collescipoli, “Collescipoli ospita numerosi palazzi nobiliari come il Palazzo Comunale e il Palazzo Catucci con la fontana realizzata agli inizi del ‘900, nell’Acciaieria di Terni – spiega la nostra guida – da non perdere una visita alla Collegiata di San Nicolò (patrono di Collescipoli) e il Monastero di Santa Cecilia con il suo bellissimo chiostro cinquecentesco, all’interno del quale si trova il ‘Beccaccino’ l’imbarcazione con cui Garibaldi scappò da Caprera – prosegue – come si trova a Collescipoli? questo lo scoprirete soltanto se verrete a trovarci!”.
Fiore all’occhiello del borgo è la collegiata di Santa Maria Maggiore, citata anche nell’ultima edizione del Lonely Planet come l’esempio barocco tra i più belli dell’Umbria e dove si trova uno dei rari organi prodotti dal
gesuita olandese Willem Hermans nel XVII secolo. Qui, e insieme agli altri due organi presenti nel borgo, dal 1995 si svolge l’Hermans Festival, che offre diversi appuntamenti durante l’anno e che vedono la partecipazione di musicisti provenienti da tutto il mondo.
“Tra gli altri appuntamenti tradizionali la sagra dello gnocchetto collescipolano – prosegue Stefano – questo piatto unisce un po’ tutti gli abitanti che ne sono addirittura gelosi oltre che golosi…la ricetta rispecchia un po’ la tradizione contadina umbra con il piccolo gnocchetto fatto con il pangrattato, (pane di terni) farina ed acqua e il
gustosissimo sugo di pomodoro salsiccia e fagioli tutto con una spolverata di pecorino!”.
“Con il BAC stiamo cercando di rivitalizzare il borgo – prosegue Vitaloni – una sorta di contenitore con sale tematiche dedicate alla creatività e spazi per conferenze e incontri che cercheremo di realizzare insieme all’associazione Thyrus, capofila, ed altri partner del territorio compreso la locale parrocchia.
“In realtà un esempio virtuoso c’era già stato tra gli anni 2012/2014 – racconta Stefano Vitaloni – quando Collescipoli era stata protagonista del Jazzit Fest, un evento che metteva in contatto la comunità
locale con una comunità di artisti e creativi, che venivano ospitati dai cittadini, pronti a trasformare le loro abitazioni in studi di registrazione, sale prove, set fotografici e cinematografici, un progetto virtuoso di inclusione sociale attraverso la musica, l’arte e la creatività, molto utile per amplificare il potenziale, spesso inespresso, di una collettività territoriale. L’evento, grazie ai suoi valori, ha meritato il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, la good practice europea dal titolo “Culture Shapes The Smart City” . Purtroppo però per vari motivi non si è riusciti a cogliere la portata e la forza di questo “evento” ed è rimasto solo uno splendido ricordo ma anche una prova che volendo il piccolo borgo di Collescipoli, ha tutte le potenzialità per ritornare a vivere come merita”.
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